Anaì Contreras Soto (Avana - Cuba 1973)
Nata all’Avana, Cuba il 26
settembre 1973, si diploma in Scultura e Design presso l’Accademia delle Belle
Arti San Alejandro all’Avana nel 1993, arriva in Italia nel 1997 e nel 1999
inizia l’Accademia delle Belle Arti Cignaroli , a Verona diplomandosi in
pittura nel 2004.
Nei primi anni dell’attività artistica, individuiamo un equilibrio fra il segno e il colore, come elementi strutturali distinti, il colore lega, connette e definisce le forme imponendo loro una disciplina spaziale.
Il colore tende ad essere il protagonista assoluto, pare tentare la conquista del segno e forse sostituirsi , non è così, una volta risolti i problemi dell’immagine, il colore cede al segno i compito di concludere la composizione.
Si immagina allora un’altra ragione che da un lato fa apparire logico e coerente il ridursi nel segno nella pittura di Anaì, da un altro indica l’esigenza profonda dell’artista attenta alla dinamica di sviluppo del suo mezzo espressivo che si preoccupa di mantenere il terreno dove la ragione poetica che n’è fondamento, si radica sgombrano qualsiasi esterna sollecitazione.
Di fronte ai suoi dipinti, ci si rende conto del fatto che non si è davanti a semplici immagini, ma a porte che si aprono parlandoci del tempo, del colore e dello spazio, tre temi che nel caso di questa giovane artista si manifestano e si articolano in maniera personale, senza pretese di esaustività e assolutismo.
Il concetto tempo si manifesta tramite visioni quasi caleidoscopiche disgregate nell’analisi di altre dimensioni, spezzate attraverso reminiscenze provenienti dal futurismo, le quali dilatano e guidano lo sguardo oltrepassando piani che trasformano la loro essenza negli spazi che essistono soltanto tra una dimensione e l’altra.
Nelle opere, sono presenti di volta in volta astrazioni che sembrano pure, astrazioni contaminate e figurazione, sovrapposizioni quasi Optical.
Queste quattro tipologie possono essere ricollegate ad una costante unica e semplice capace di illustrarci la sensibilità che possiede nei confronti del colore, rappresentando di fatto superfici spaziali.
Realtà delle quali ha nel tempo saputo dare la propria versione non solo sezionandole e segmentandole ma anche sovrapponendo su di esse labirinti ottici che rendono simbolicamente prefigurato il percorso che la nostra mente è costretta a seguire rispondendo alle domande che i dipinti di Anaì ci pongono.
Attraverso il continuo studio e ricerca di forme e colori diversi si arriva a la linea “ Infinito cosmico” un percorso seguito da scelte strutturali e compositive, in pratica una sintesi di tutto quello che troviamo nell’opera di Anaì ma semplificato a forme esplicite come i cerchi e i colori che più la rappresenta i Blu.
Segni, forme e colore si uniscono un’altra volta per raccontarci dell’ infinito magico che ci circonda, una danza pittorica che ci porta a conoscere più da vicino la sensibilità profonda della nostra artista.
Info:
http://www.anaicontreras.net
[email protected]
Nei primi anni dell’attività artistica, individuiamo un equilibrio fra il segno e il colore, come elementi strutturali distinti, il colore lega, connette e definisce le forme imponendo loro una disciplina spaziale.
Il colore tende ad essere il protagonista assoluto, pare tentare la conquista del segno e forse sostituirsi , non è così, una volta risolti i problemi dell’immagine, il colore cede al segno i compito di concludere la composizione.
Si immagina allora un’altra ragione che da un lato fa apparire logico e coerente il ridursi nel segno nella pittura di Anaì, da un altro indica l’esigenza profonda dell’artista attenta alla dinamica di sviluppo del suo mezzo espressivo che si preoccupa di mantenere il terreno dove la ragione poetica che n’è fondamento, si radica sgombrano qualsiasi esterna sollecitazione.
Di fronte ai suoi dipinti, ci si rende conto del fatto che non si è davanti a semplici immagini, ma a porte che si aprono parlandoci del tempo, del colore e dello spazio, tre temi che nel caso di questa giovane artista si manifestano e si articolano in maniera personale, senza pretese di esaustività e assolutismo.
Il concetto tempo si manifesta tramite visioni quasi caleidoscopiche disgregate nell’analisi di altre dimensioni, spezzate attraverso reminiscenze provenienti dal futurismo, le quali dilatano e guidano lo sguardo oltrepassando piani che trasformano la loro essenza negli spazi che essistono soltanto tra una dimensione e l’altra.
Nelle opere, sono presenti di volta in volta astrazioni che sembrano pure, astrazioni contaminate e figurazione, sovrapposizioni quasi Optical.
Queste quattro tipologie possono essere ricollegate ad una costante unica e semplice capace di illustrarci la sensibilità che possiede nei confronti del colore, rappresentando di fatto superfici spaziali.
Realtà delle quali ha nel tempo saputo dare la propria versione non solo sezionandole e segmentandole ma anche sovrapponendo su di esse labirinti ottici che rendono simbolicamente prefigurato il percorso che la nostra mente è costretta a seguire rispondendo alle domande che i dipinti di Anaì ci pongono.
Attraverso il continuo studio e ricerca di forme e colori diversi si arriva a la linea “ Infinito cosmico” un percorso seguito da scelte strutturali e compositive, in pratica una sintesi di tutto quello che troviamo nell’opera di Anaì ma semplificato a forme esplicite come i cerchi e i colori che più la rappresenta i Blu.
Segni, forme e colore si uniscono un’altra volta per raccontarci dell’ infinito magico che ci circonda, una danza pittorica che ci porta a conoscere più da vicino la sensibilità profonda della nostra artista.
Info:
http://www.anaicontreras.net
[email protected]